Sì ad una riforma complessiva del sistema di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria “che concorra a sostenere il Servizio Sanitario Nazionale attraverso una programmazione adeguata ed efficace dei fabbisogni”; perplessità, invece, sull’iscrizione libera al primo semestre dei corsi di laurea.
E’ la posizione della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri - espressa in una memoria depositata il 29 aprile 2025 presso la 7a Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato della Repubblica e la VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera - sullo schema di decreto legislativo (A.G. 263) recante disciplina delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria; si tratta del primo provvedimento attuativo della legge 14 marzo 2025, n. 26, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 2025 ed entrata in vigore il 2 aprile 2025, che prevede l'abolizione del numero chiuso, consentendo l'iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere i test d’ingresso, e l’introduzione di un nuovo modello di selezione basato sul cosiddetto “semestre filtro”. “Riteniamo - scrive la FNOMCeO - che il percorso di studi dovrà essere caratterizzato dalla costante e puntuale ricerca di un equilibrio tra formazione, orientamento e aumento programmato e sostenibile degli accessi. Resta ferma la domanda su come sarà concretamente operata la selezione a fronte di un numero molto ampio di studenti che accederanno alla facoltà di Medicina. Condividiamo, infatti, la conferma del numero programmato necessario per pianificare il fabbisogno dei futuri medici e odontoiatri. Ribadiamo a tal proposito la necessità di coinvolgere gli Ordini - in attuazione del principio di sussidiarietà - al fine di addivenire ad una corretta programmazione dei fabbisogni di medici e odontoiatri”.
“Il numero programmato - evidenzia la Federazione non dovrebbe essere calibrato su cifre più elevate rispetto ai fabbisogni. Si rischia altrimenti di creare una pletora di disoccupati che non corrispondono alle reali necessità del Servizio Sanitario Nazionale e che dovranno per forza di cose cercare lavoro all’estero, o rimanere inoccupati: occorre dare valore ai dieci anni di formazione di un giovane medico. I numeri che ad oggi circolano non sono invece coerenti con il numero dei medici che andrà in pensione. Se tra dieci anni andranno in pensione meno di 7.000 medici e oggi viene consentito un accesso a medicina a oltre 20.000 giovani, una parte di questi probabilmente non avrà occupazione. Fino al 2027 è prevista una carenza di medici; dal 2028 in poi ci sarà un grande surplus di medici, pronti a foraggiare la sanità privata o i sistemi sanitari di mezza Europa, se non assunti nel SSN per rispondere all’aumento della domanda sanitaria prodotto dall’invecchiamento della popolazione. Occorre dunque lavorare su una corretta programmazione che parta dai dati sui pensionamenti e sui fabbisogni di specialisti e medici di medicina generale da qui a dieci anni. Pertanto, il reale fabbisogno non può essere calcolato in numeri assoluti ma tramite un processo di individuazione del fabbisogno ponderato, branca per branca, Regione per Regione, territorio per territorio, ospedale per ospedale e poliambulatori territoriali per poliambulatori territoriali”.
"L’accesso libero nel primo semestre ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria non consentirebbe alle Università di far fronte all’enorme numero di iscritti non riuscendo inevitabilmente ad assicurare quella qualità formativa necessaria a preparare adeguatamente gli studenti - afferma poi la FNOMCeO, che conclude ribadendo “l’importanza, nonché la necessità, di una riforma complessiva del sistema di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria che concorra a sostenere il Servizio Sanitario Nazionale attraverso una programmazione adeguata ed efficace dei fabbisogni che veda gli Ordini professionali coinvolti alla luce di un percorso di orientamento e formazione. Pertanto, auspichiamo l’emanazione in tempi brevi dei successivi decreti ministeriali volti all'attuazione dei restanti princìpi e criteri direttivi di cui alla legge 26/25”. In particolare alla Federazione preme l’attuazione del principio di cui alla lettera n) dell’art. 2, comma 2, della legge 26/25 che dispone la promozione, “nel rispetto dell'autonomia scolastica, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica ed anche avvalendosi della collaborazione degli ordini delle professioni sanitarie, di percorsi di orientamento e di sviluppo delle vocazioni per i corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, da svolgersi negli ultimi tre anni di scuola secondaria di secondo grado, precisando che tali percorsi possono anche prevedere un tirocinio, che essi debbano essere pienamente accessibili su tutto il territorio nazionale, che debbano svolgersi all'interno dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (PCTO) definiti dal Ministero dell'istruzione e del merito, e che la frequenza ad essi debba essere valorizzata nell'ambito dell'attribuzione dei CFU previsti nel primo semestre dei corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, così come degli altri corsi di studio di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria di cui alla lettera c) del presente comma”.
"Tutto ciò si ritiene necessario per addivenire ad una riforma efficace in tal senso e al fine di accompagnare i giovani attraverso una modalità di tutoraggio che riesca a portare avanti chi davvero ha passione nello svolgere le professioni medica e odontoiatrica".