L’esperienza locale come modello di riferimento mondiale.

La dottoressa Daniela Aschieri, direttore di Cardiologia e Unità di terapia intensiva cardiologica di Piacenza, direttore scientifico di Progetto Vita e consigliere nazionale ANMCO (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), è stata invitata a rappresentare l’Italia al congresso mondiale della American Heart Association, uno degli eventi più importanti al mondo per la salute del cuore, che si è svolto dal 7 al 10 novembre 2025 a New Orleans, negli Stati Uniti. Con una relazione dal titolo “Perspectives on Resuscitation Guidelines Implementation”, inserita nella sessione internazionale “Guidelines to Global Action”, ha presentato l’esperienza sviluppata sul territorio piacentino come modello di riferimento per l’applicazione pratica delle linee guida sulla rianimazione e la defibrillazione precoce, illustrando i dati di 23 anni di attività di Progetto Vita che hanno portato Piacenza a diventare la città più “cardioprotetta” d’Europa. Una esperienza riconosciuta anche a livello legislativo con la Legge 116/2021 sull’uso dei defibrillatori da parte dei laici, che rappresenta oggi un modello di riferimento per l’Italia e per la comunità scientifica internazionale.

“Abbiamo dimostrato - spiega la dottoressa Aschieri - che se il defibrillatore interviene entro quattro minuti la sopravvivenza raggiunge il 64% dei casi: l'attenzione deve quindi essere concentrata sulla diffusione di questi dispositivi, di facile utilizzo per i cittadini anche se non strettamente formati alle manovre di rianimazione”. Proprio l’addestramento "semplificato" per il personale non sanitario - evidenzia Aschieri - è stata una delle chiavi vincenti del progetto, sia sotto l'aspetto della durata dei corsi che per l'interesse della popolazione: “In caso di arresto cardiaco è il defibrillatore che fa terapia, e quindi la densità che abbiamo raggiunto a Piacenza - un dispositivo ogni 300 abitanti - è una strategia vincente nella lotta contro la morte improvvisa”. “Bisogna cambiare il punto di vista al trattamento dell'arresto cardiaco - afferma la dottoressa Aschieri - e considerare il defibrillatore alla stregua di un estintore: se nelle nostre città avessimo tanti defibrillatori quanti sono gli estintori probabilmente abbatteremmo la mortalità così alta da arresto cardiaco, perché ancora oggi, a livello mondiale, la sopravvivenza è sotto al 10%”. "Le linee guida sono la mappa, ma non il viaggio - conclude Aschieri - solo quando vengono trasformate in azione concreta, attraverso cittadini informati, reti territoriali e defibrillatori accessibili, possono davvero cambiare gli esiti dell’arresto cardiaco".

Nel corso del suo intervento, la dottoressa Aschieri ha inoltre annunciato che Progetto Vita e la defibrillazione precoce diventeranno parte integrante della progettualità nazionale di Anmco nella lotta contro l’arresto cardiaco: l’obiettivo è di replicare in tutto il territorio nazionale la sinergia tra professionisti e associazioni di volontariato, con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione e dell’intervento precoce.